A PROPOSITO DI MADONNE VIAGGIANTI...

tratta da nazaret-it.custodia.org
Nelle mie passeggiate per le strade di Napoli mi fermo spesso a leggere i “pacchetti religiosi” sulle porte di chiese e basiliche in occasione di festività o celebrazioni particolari, come le settimane di visita di un’icona della Madonna di Fatima che si sono ripetute in varie zone della città nei mesi estivi. Una febbre mariana al di là del tradizionale mese di maggio, una Madonna viaggiante per le chiese, le strade, le piazze delle periferie o del centro, con i problemi che attanagliano le famiglie e i giovani non solo per la scarsità di opportunità lavorative. Non possono passare inosservati simili eventi religiosi, perché non sono solo una spia, un termometro di certa religiosità, di una cultura religiosa che ha radici lontane, ma sono invocazioni, attese e speranze che nella crisi si rivolgono al mondo celeste - per quel che significa - da parte di cittadini napoletani. E’ ricerca di consolazione, si dirà, nel grembo materno, ma certo questo mondo celeste, comunque inteso, si rivela più amico di quello terreno.

Un’interpretazione antropologica del diffuso culto mariano nel Mezzogiorno si ritrova in studi storico-religiosi di Giuseppe Galasso, secondo il quale il culto alla Madre “addolcirebbe” il severo culto al Figlio crocifisso. Questi ritorni di culti mariani non sono solo un fatto religioso, se non altro perché invadono spazi pubblici con processioni e pellegrinaggi, e meritano qualche riflessione per comprendere un fenomeno che attira diversi gruppi di fedeli. Alla luce delle teorie sul mercato religioso, che hanno cercato di rispondere alle insoddisfacenti teorie sulla secolarizzazione nei paesi occidentali, si può dire che tali pacchetti e programmi religiosi anche a Napoli si posizionano su un mercato religioso più o meno ampio, in cui si incrociano offerte e domande, o domande e offerte, da parte di certi gruppi sociali, e contribuiscono o meno a perpetuare culti - come quello mariano – secondo modalità più o meno stereotipate. Naturalmente su questo mercato si possono fare altre offerte in rapporto alle domande...

A nostro avviso questi programmi di manifestazioni mariane rivelano una scarsa creatività: ritornano infatti per le varie categorie di persone o comunità cristiane convocate gli stessi moduli religiosi (processioni con banda o senza, rosario, adorazione eucaristica, messa) tradizionali o aggiornati. Per non dire dell’assenza di tematiche sociali o esplicitamente di approfondimento teologico. Si attinge ad un immaginario religioso più o meno aggiornato nelle modalità, in cui campeggia il “principio materno” che mi viene più volte rammentato da sincere devote quando chiedo spiegazioni di un culto mariano fuori delle righe. E’ il ricorso e la fiducia alla “Mamma”, che secondo la dottrina cattolica è la Madre di Dio e appartiene ormai al “mondo celeste” dopo il passaggio terreno. 

Il culto appare talora esorbitante, come nella rispettabile Basilica pontificia di Santa Lucia a mare, dove appare qualificante nel programma della visita della Madonna di Fatima la narrazione a puntate in chiesa delle apparizioni ai pastorelli di Fatima e la proiezione in chiesa del  film Fatima. Sono previste inoltre consacrazioni al Cuore Immacolato di Maria di famiglie e fanciulli, obliando a nostro avviso la consacrazione di ogni cristiano attraverso il Battesimo e la Cresima che devono essere vissuti in una vita cristiana coerente. Ci sembra che queste modalità in qualche modo non siano coerenti con la dottrina cattolica e l’anno della Fede promosso da Benedetto XVI, in cui bisogna approfondire le verità del credo cattolico in un'epoca di globalizzazione e di crisi, non solo economica. Non sono un defensor fidei, ma almeno di una coerenza, proporzione, consequenzialità. Maria appartiene al mondo celeste per quel che significa e viene celebrata nella liturgia cattolica in diverse feste e invocata dai fedeli.

Di fronte ad accentuate manifestazioni di devozione mariana, le cui principali festività sono riconosciute e celebrate dalla liturgia, si può formulare l’interrogativo: ci troviamo di fronte ad un cristianesimo e/o marianesimo (ci si perdoni il neologismo) meridionale? Last but not least, al di là del sostegno e conforto offerto nel tempo a tante e tanti che l’hanno invocata, viene da pensare che non si tratti di un culto “pericoloso”: non sovverte modelli o strutture culturali e religiose; in secondo luogo non può essere totalizzante ma sempre in direzione della fede cristiana, che è la vera sfida. 
Secondo un mio effato per spiegare eccessi di culto mariano, noi sappiamo chi è Maria, donna, madre, partecipe della nostra umanità, a noi nota pur essendo ora “figura celeste”. Meno noto è Gesù Cristo figlio di Dio e figlio dell’uomo grazie a Maria, profeta della salvezza divina, Signore del e dal mondo celeste.

Per quanto ci riguarda, al di là di altri aspetti della storia della salvezza, Maria ci appare degna di ammirazione e venerazione perché nel corso della sua umile vita terrena, ci si perdoni, non si credeva la Madonna!

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