Fotografiamo Scampia oggi - Gennaro Sanges



di Gennaro Sanges
(intervento nel corso del confronto con candidati politici promosso dalla rete Scampia Felice il 21 febbraio 2018)



Veniamo a Scampia, alle sue risorse e ai suoi problemi. Ne faccio una sintetica fotografia. Scampia è il quartiere più giovane di Napoli, quindi probabilmente d’Italia e d’Europa. Con Chiaiano è il quartiere più verde di Napoli. E’ il quartiere con i maggiori spazi per l’insediamento di imprese. E’ il quartiere con il più forte tessuto di associazioni e comitati di base di tutta la città. Scampia, però, è anche il quartiere di primati negativi come la disoccupazione giovanile e non, come gli alti indici di evasione scolastica, di bassissima presenza di imprese. 

Ma Scampia non è più la più importante piazza di spaccio d’Europa, come era nel 2004 al tempo della faida. L’operazione di sicurezza denominata ALTO IMPATTO con la massiccia presenza di forze dell’ordine per diversi anni insieme con il lungo, profondo lavoro formativo e di attenzione sulle persone (bambini, giovani, donne, rom) realizzato senza soste dalle tante associazioni, comprese quelle sportive, e dal lavoro straordinario di tanti insegnanti e religiosi di frontiera, hanno determinato un forte ridimensionamento dell’attività di spaccio. 

Ora Scampia si trova ora in una situazione di potenziale svolta ma di fatto vive una condizione di stallo per i tempi lunghissimi che stanno caratterizzando tutti i cantieri aperti o da aprire (Università, Metropolitana, abbattimento delle Vele, sistemazione civile della comunità rom di Cupa Perillo). Il rischio concreto è che, in mancanza di alternative, o con alternative troppo lontane, possa reinsediarsi , magari in forme nuove, l’unica attività economica di massa che ha interessato il nostro territorio, quello della droga. L’abbattimento delle Vele è fondamentale per l’acquisizione di nuovi spazi dove potrebbero allocarsi tutta una serie di attività di cui un quartiere come Scampia, che ha una popolazione corrispondente a quella di una città media, manca quasi del tutto (attività produttive, piccole imprese, laboratori artigianali, attività commerciali e di servizio, ludiche, ricreative, culturali). Questa assenza toglie sicuramente lavoro a giovani anche con basso profilo professionale (garzoni, commessi, baristi, pizzaioli, meccanici,etc.) come avviene in altre periferie.
Un provvedimento di zona franca con le conseguenti agevolazioni fiscali ne potrebbe favorire l’insediamento.

La vitalità civile, culturale dell’associazionismo, i comitati di lotta, le aggregazioni dal basso stanno facendo fino in fondo la loro parte. Con il Comitato Vele abbiamo lottato per la costruzione di oltre mille appartamenti sostitutivi delle Vele, per l’abbattimento delle stesse, per un nuovo piano di riqualificazione; ci siamo mobilitati per la ripresa dei lavori della Metropolitana, fermi per oltre 5 anni; dopo il fallimento del progetto istituzionale che aveva previsto il trasferimento della Facoltà Agraria di Portici a Scampia, abbiamo ripreso dal basso l’obiettivo dell’Università con una raccolta di firme, obiettivo fatto proprio dai sindacati con la manifestazione del Primo Maggio a Scampia nel 2005; con il Circolo La Gru di Legambiente e un’ampia rete di associazioni e scuole stiamo praticando dal basso la valorizzazione del verde e del Parco, di cui chiediamo l’apertura da tutti i lati; con due raccolte di firme abbiamo fatto accettare al Comune e a Metronapoli il progetto dell’arte anche alla Stazione di Scampia con la riproduzione di murales del nostro maestro Felice Pignataro; abbiamo realizzato una grande manifestazione per una sistemzione civile e dignitosa del popolo rom di Cupa Perillo; ci siamo mobilitati invano, con il Dipartimento di Urbanistica, per la realizzazione di una Piazza dei Giovani rimasta sulla carta.

Insomma, si può dire che tutti gli interventi pubblici realizzati o da realizzare sono sempre partiti da mobilitazioni e lotte dal basso.
Se Scampia è il quartiere più giovane di Napoli si può affermare che il futuro di Napoli dipende, in buona parte, dalla crescita civile, culturale, produttiva di questo territorio.
Vi chiediamo, dunque, in che modo pensate di aiutare il passaggio di questo territorio dallo stallo alla svolta. E se pensate che la stella polare del vostro eventuale impegno parlamentare debba essere la ricerca di provvedimenti per la riqualificazione delle periferie, di tutte le periferie, soprattutto quelle del Sud, e l’azione di contrasto a tutti i tagli delle prestazioni pubbliche (sanitarie, assistenziali, formative) che colpiscono soprattutto il popolo a basso reddito delle periferie.

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